Dead in 1985, nostalgia e paura di essere dimenticati

Dead in 1985, nostalgia e paura di essere dimenticati

Anticipato dal singolo ominimo, esce in cd ed in digitale, il 06 maggio 2022, l’album “Comme Ton Père” in versione Deluxe per il mercato italiano, della band francese Dead In 1985, che raccoglie 8 tracce, più una bonus remix. Arrivano in Italia, distribuiti da (R)esisto, con edizioni Materiali Musicali.
Così la band francese presenta il nuovo disco: Nonostante le strizzatine d’occhio agli anni Ottanta, il secondo EP “Comme Ton Père” dei Dead In 1985 è saldamente ancorato al XXI secolo, sopratutto per gli argomenti trattati della nostra epoca. Un album synthpop, interamente cantato in francese, non comune nello stile, rendendolo un lavoro ricco ed ispirato. Un viaggio iniziatico, un’esperienza per una trasformazione interiore, sognando gli anni ’80, ironico per il 2022.

Per questa intervista, abbiamo fatto due chiacchiere con Chris la voce della band.

SWZ: Ciao ragazzi, come è nato il progetto Dead in 1985?
Chris:
Dopo diversi progetti di band (Garage, Fusion Rock e folk) come chitarrista, ho iniziato a scrivere alcune canzoni, e presto ho sentito il bisogno di costruire un progetto molto diverso come cantante, con synth e computer. Così nel 2013 ho proposto a Cecil (aka SansE) di unirsi a me in questo percorso e di produrre canzoni con una forte identità synthpop anni ’80, che ha accettato. Da quel momento creiamo canzoni senza concessioni.

SWZ: Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Chris:
Per la parte musicale, ascolto musica post punk, molti vecchi anni ’80 come OMD/The Human League/The Smiths… Altrimenti, mi piace così tanto il Britpop con la mia band preferita, i Supergrass. E per concentrarmi sulla voce, devo citare Freddie Mercury, che mi affascina sia nell’aspetto che nelle cose tecniche, è imbattibile. Cerco di ascoltare un massimo di nuove canzoni moderne, principalmente canzoni francesi, e ammiro la nuova generazione di electro pop francese. Sono così giovani e creativi!

SWZ: Le canzoni che hai pubblicato hanno un filo comune?
Chris:
I temi principali sono le domande sulla vita e la sua angoscia. Si parla di nostalgia, della paura di essere dimenticati ma anche delle reazioni della società sui diversi comportamenti. Può riguardare ciò che trasmettiamo ai nostri figli come genitori, ma anche la pressione sociale attorno alla relazione di coppia o la depressione stessa. È una sorta di terapia, e aiuta a tirarla fuori, spesso con autoironia, assurdità e cinismo. Cerchiamo di farlo senza essere pretenziosi, e il nostro pubblico sembra apprezzarlo e capirlo, quindi forse non siamo gli unici a mettere in discussione il nostro posto nel mondo e il modo in cui lo affrontiamo.

SWZ: Come nasce solitamente la tua canzone?
Chris:
Abbiamo trovato il nostro ritmo e il nostro metodo di lavoro scrivendo le canzoni di Comme ton Père. Uno di noi ha proposto una bozza, ne abbiamo parlato un po’ e abbiamo lavorato per conto nostro sull’arrangiamento vocale e strumentale, poi, quando abbiamo avuto le canzoni che volevamo inserire nel nostro nuovo album, ci siamo visti a casa, nel nostro home studio (siamo entrambi tecnici del suono) e ne abbiamo registrato e mixato le versioni finali. Tutto è stato fatto abbastanza facilmente.

SWZ: Come si è evoluto il tuo sound nel corso degli anni?
Chris:
Abbiamo lavorato per trovare un suono che fosse unico per noi cercando di adattarlo alla nostra esperienza e al nostro desiderio. Il nostro suono cambia anche con ciò che ascoltiamo e nuove scoperte. Si sta evolvendo con noi.

SWZ: Termina l’intervista con un messaggio!
Chris:
“Sogni ? È quando dormiamo” – Jimmy McElroy

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