Demoghillas – “Sin Easter”

Demoghillas – “Sin Easter”

Giunge al terzo album in carriera Alfred “Venom” Zilla, poliedrico musicista italiano che conduce da solo tutto ciò che è inerente il progetto musicale in questione, ovvero Demoghilas. La prima sensazione che si ha ascoltando “Sin Easter” è quella di trovarsi in un territorio oscuro mascherato di amari sorrisi. Se leggiamo bene i titoli dei brani e le note biografiche dell’artista, capiamo che qui dentro albergano diverse personalità, anche se alla fine vi è una sola mente dietro tutto.

Come è possibile tutto ciò? Beh, innanzitutto ognuno di noi ha diverse sfumature, diverse stanze nella sua mente, e quello che riveliamo all’esterno è ciò che decidiamo di rivelare. Ma nell’arte questo concetto cambia, non sempre, ma in questo caso ci si accorge di quanto sia importante per Demoghilas offrire un prodotto che sia suo in tutto e per tutto, senza aver paura di mostrare i lati più scomodi del proprio pensiero. Sembrerebbe quindi di avere a che fare con una personalità multipla, perchè già solo a livello musicale, “Sin Easter” offre divere influenze, ma nel complesso siamo comunque di fronte ad un lavoro affine al metal degli anni Duemila o poco prima, anche se di tanto in tanto affiorano spunti che ci fanno pensare quanto siano presenti negli ascolti di questo musicista anche i nomi classici del metal e anche di certo melodic death metal.

Quest’ultimo genere ha comunque un impatto particolare, perchè Alfred ne prende i suoi particolari fraseggi chitarristici e li poggia su una batteria campionata e inserendo effettistica varia. Il risultato è apprezzabile e particolare, sebbene la voce forse molte volte non sia proprio adeguata in questa operazione. Interessanti anche gli influssi doom vecchia scuola che vengono a galla in varie fasi di questo lavoro. Sui brani più sperimentali e meno metal in senso stretto Demoghilas dimostra molte abilità e inventiva. Si muove disinvoltamente tra le varie emozioni che il suo animo gli impone, e lo fa senza troppo pensare ai vari accostamenti tra generi, provando a offrire una sua visione di “metal”. Quindi questo lavoro dimostra un artista capace e ricco di risorse.

Come succede in molte one man band, l’aria che si respira ascoltando questo album è particolare, personale, intima. Non è un disco alla portata di tutti questo “Sin Easter”, ma un sincero omaggio alla libertà artistica che ognuno dovrebbe avere.

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