Gli Emoji of Soul nascono dall’incontro di Emanuela De Canio e Stefano Volini. Nel 2009 la band Metrono, di Stefano, è alla ricerca di una cantante e viene scoperta Emanuela, iniziando un’avventura musicale che li porta a suonare in vari locali e festival nella provincia di Potenza, capoluogo della Basilicata, da cui provengono entrambi. L’unione artistica con la band termina nel 2011, ma Stefano ed Emanuela restano sulla stessa lunghezza d’onda, continuando a suonare insieme, soprattutto in acustico, reinterpretando classici e non della musica blues e jazz, di cui sono appassionati.
SWZ: Ciao ragazzi, parlateci della copertina?
EOS: Eravamo alla ricerca di una copertina e avevamo già pensato a Luca Cioffi, (ellecieffe sui social) guardando la sua pagina ci ha catturati il suo dipinto che nel segno del destino si intitola pure ‘don’t be afraid’. È una bimba che cammina con l’ombrello sotto a una pioggia rossa, intorno a lei tanti colori, ma senza paura lei la attraversa.
SWZ: Quali sono le vostri fonti di ispirazione?
EOS: Sono ispirazioni quotidiane, una bella melodia composta a orecchio, un bambino che gioca a nascondino e dice ingenuamente che se chiude gli occhi non lo vede nessuno, ma anche tanti mostri e amori del passato e del presente.
SWZ: Hanno un filo conduttore i brani che avete pubblicato ?
EOS: Alcuni più, altri meno, ma c’è comunque un filo conduttore nella narrazione e nelle melodie, ovviamente è simile il modo di raccontare. Restiamo fedeli a noi stessi.
SWZ: Parlateci del nuovo video
EOS: L’abbiamo girato in estate, cercavamo bei paesaggi, acqua cristallina e infatti abbiamo girato alcune scene in Calabria, vicino Tropea, ma la maggior parte del video è stato girato in Basilicata, a Maratea, infatti c’è il Cristo o San Biagio che ci accoglie, ci abbraccia. Volevamo che fosse un po’ un diario di viaggio e che raccontasse anche i nostri luoghi del cuore.
SWZ: In questi anni come si è evoluto il vostro sound?
EOS: Si è evoluto in una mescolanza. Prima di questa esperienza di scrittura eravamo un po’ chiusi nei generi, invece proprio aprendoci e dando spazio a tutto quello che avevamo ascoltato ed interiorizzato è stato possibile aprirci ad un mondo pieno di colori musicali e testuali, più libero da una certa chiusura in schemi.
SWZ: Concludete l ́intervista con un messaggio!
EOS: Vi ringraziamo per questo spazio di narrazione musicale, ci auguriamo di vederci presto live!