Franco Giaffreda, è una nuova e piacevole realtà musicale che costruisce le sue basi su del buon alternative rock, ballate acustiche e brani strumentali in stile Progressive anni ‘70.
“Apologia di un destino comune” è il nuovo album del musicista italiano, che racconta la storia di tre persone comuni, prima e dopo l’avvento del Covid-19. Tutti i brani sono stati composti in un mese, durante il primo lockdown. Le tredici tracce incluse in “Apologia di un destino comune” danno subito l’idea dello spessore tecnico e compositivo di Franco andando a proporre strutture interessanti che determinano dinamica e corpo.
In questo percorso l’ascoltatore si cala in un viaggio fluido e intenso fatto di chitarre aggressive che vanno ad esaltare una linea vocale grintosa e determinata a dare il suo bel contributo alla causa.
Non si prevedono cambi di tempo repentini o impennate ritmiche fatta eccezione per “Incredibile realtà con il featuring di Michael Marning, ma le metriche di ogni singola traccia, grazie anche al buon lavoro delle chitarre che si presentano in più soluzioni, evitano quello stato di noia e monotonia che si potrebbero avvertire anche per il numero delle tracce proposte.
Ottima inoltre la soluzione di accentuare la dinamica del percorso andando ad inserire tracce più melodiche, quasi timidamente melanconiche come “Niente ha più senso”, “Solo le nuvole” .
“Apologia di un destino comune”, è un prodotto a nostro avviso, di nicchia, interessante, per gli amanti del genere rock classico di quello suonato con cura e passione, senza troppi tecnicismi perché alla fine dei conti le cose più semplici sono sempre quelle più difficili da fare ed in questo caso le più riuscite.