Gabriels – “Fist Of The Seven Stars Act 3: Nanto Chaos”

Gabriels – “Fist Of The Seven Stars Act 3: Nanto Chaos”

Gabriels è un tastierista e pianista italiano attivo da diversi anni nel nostro panorama rock e metal. Infatti, a parte questo progetto, lo possiamo vedere all’opera anche in altri contesti. Il suo amore per la musica lo ha portato a fare un percorso di studi approfondito sul suo strumento, e oggi possiamo ascoltarlo in questo nuovo parto discografico intitolato “Fist Of The Seven Stars Act 3: Nanto Chaos”. Ebbene sì, quella parola, ovvero “Nanto” a qualcuno ricorderà qualcosa, e rimanda allo spettacolare cartone animato/anime/manga di Ken Shiro. Tutto l’intero concept di questo album ruota attorno a quelle vicende eroiche e battagliere e a tutti i personaggi che hanno portato quel filone a diventare un culto vero e proprio.

Parto dicendo che musicalmente mi aspettavo qualcosa di diverso. Non so se ho letto da qualche parte che questo album avrebbe dovuto avere delle influenze power metal al suo interno. Magari sbaglio, ma io non ne ho trovate. Ma niente di preoccupante, perchè al posto delle solite scorribande in stile Gamma Ray o Sonata Arctica, abbiamo in questo caso un album solido di heavy metal melodico e, manco a dirlo, sinfonico, in quanto quest’ultimo elemento è il frutto di un lavoro encomiabile da parte di Gabriels dietro le tastiere, ed è un lavoro che si fa sentire in tutto l’album. Viene difficile immaginare questi brani senza un apporto significativo di questo strumento (oltre che del pianoforte, ecc.), perchè abbiamo a che fare con un prodotto ricco di sfumature e che cambia atmosfera di brano in brano. Qualche episodio è più vicino all’heavy melodico e ha un feeling più allegro, ma ci sono altri episodi dove si respira un alone malinconico. Tutto questo, certo, è diretta conseguenza delle liriche. Chi conosce il concept Ken Shiro, sa benissimo che si passava con disinvoltura tra varie emozioni. L’unica emozione che manca qui dentro, ed è un peccato, è la rabbia e lo spirito guerriero di Ken Shiro. Per quanto mi riguarda è una mancanza non da poco in questo album, perchè quel personaggio aveva dalla sua parte la bontà e l’altruismo, ma proprio in virtù di queste doti, quando si presentavano avversità si lasciava andare a tutta la sua furia derivante dagli insegnamenti della scuola di Hokuto.

Detto questo, e ribadito che almeno un paio di episodi più rabbiosi non avrebbero fatto male a questo album, il disco è suonato in maniera ottima e si presenta come un prodotto di alto livello tecnico-compositivo. Magari è un po’ freddo per certi aspetti, poco “empatico” se mi passate il termine, ma è comunque un bellissimo lavoro che accontenterà i fan del metal melodico e tecnico, infatti sono presenti anche molti elementi progressive.

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