Classica, cantautorato, indie e gospel: incredibile da dirsi ma questi sono i generi musicali dai quali provengono i componenti dei Gipsy Tales, prima di riunirsi sotto la “grande famiglia del folk”.
Le varie esperienze hanno fatto sì che Dario, Francesco, Gloria, Anna e Fabio creassero una band con un’identità musicale forte e precisa pur spaziando nella scelta e nell’arrangiamento dei brani.
I Gipsy Tales nascono in provincia di Lodi nel 2017 nasce come un progetto di cover e inizia a suonare a pochi mesi dalla nascita, nei palchi più prestigiosi del lodigiano.
Durante la pausa forzata a causa della pandemia nel 2020 iniziano a lavorare su un progetto di brani inediti che li porta nel maggio 2022 alla pubblicazione del singolo d’esordio “Il ballerino” che fa da apripista al primo disco “Finis terrae”, pubblicato il mese successivo.
SWZ: Ciao ragazzi, che vuol dire “Finis Terrae” ?
Gipsy Tales: Ciao! Finis Terrae era la definizione con la quale gli antichi romani chiamavano lo stretto di Gibilterra, per loro era il “confine del mondo”. Fuor di metafora, per noi andare verso Finis Terrae ha avuto il significato di cercare di spingerci oltre i nostri limiti e l’abbiamo fatto proprio “buttandoci” a scrivere dei pezzi nostri.
SWZ: Quali sono le vostri fonti di ispirazione?
Gipsy Tales: Artisti che sicuramente hanno influenzato il nostro modo di fare musica sono Simone Cristicchi, Caparezza e i Pinguini Tattici per i testi. Branduardi e i Modena per la musica
SWZ: Hanno un filo conduttore i brani che avete pubblicato ?
Gipsy Tales: Il disco racconta storie di vita vissuta in cui ciascuno può ritrovare la propria, parla di sogni, di sfide, di traguardi da raggiungere.
Potremmo dire che il filo conduttore è quello del cammino: la crescita personale, la ricerca di ciò che ci fa stare bene, il raggiungere e il superare i nostri limiti… in fondo siamo tutti in cammino verso un dove, un chi è un perché…
SWZ: Come nasce un vostro brano di solito?
Gipsy Tales: I brani vengono composti generalmente da Francesco, che prepara una semplice base chitarra e voce, che viene poi inviata a tutti i membri del gruppo. Da lì ognuno inizia a metterci del suo, e pian piano avviene la trasformazione in un brano Folk dei Gipsy Tales.
SWZ: In questi anni come si è evoluto il vostro sound, ci sono stati grossi cambiamenti rispetto al passato?
Gipsy Tales: Prima di “Finis Terrae” i Gipsy non avevano mai avuto a che fare con un basso e una batteria, avendo suonato sempre e solo in acustico.
Ora non ne possiamo più fare a meno. Stiamo quindi forse diventando una band combat-folk.
SWZ: Quali sono i vostri piani più immediati?
Gipsy Tales: Innanzi tutto suonare, suonare e suonare!
Ci piacerebbe pubblicare “Finisterre” in spagnolo, e sogniamo che possa diventare l’inno del Cammino di Santiago. Poi come ti dicevo abbiamo questa nuova formazione in elettrico e entro fine dell’anno ci piacerebbe sbarcare anche a teatro.