
Con già alle spalle due full-length, la band capitanata dalla “riot-girl” Federica Tringali taglia il ragguardevole traguardo del terzo album. Già col precedente full “Madhouse Hotel” la band ha iniziato a collaborare col rinomato producer Endy Cavazza, e in questo album la collaborazione continua con ottimi risultati.
Ciò che possiamo ascoltare è un ottimo esempio di alternative/hard rock/metal che spesso e volentieri ama giocare nel mutare pelle a seconda del brano. Abbiamo però una serie di missili che segnano la tracklist in modo indelebile, e soprattutto l’inizio dell’album è contraddistinto dalla quasi punk-metal “Nicotine” e dalle altrettanto dure come l’acciaio “Thunder Of Fire” e “I’ve Had It Up To Here” “Infected World” a conti fatti è l’unica traccia con una parvenza di pietà per i timpani dell’ascoltatore. Il sound comunque di base è piuttosto duro e “live”, ma è indubbio che il suono corposo delle chitarre e la produzione ipercompressa giochino un ruolo basilare per quel che concerne il risultato finale.
Da lodare la prova di tutti i musicisti, comunque, soprattutto quella del batterista Carlos Cantatore, un vero metronomo che non si perde in virtuosismi ma picchia le sue pelli senza pietà per tutti il disco (o quasi). Una prova di forza, questa dei Madhouse, che pur con qualche canzone non all’altezza di quelle citate, riesce a convincere appieno. Ora aspettiamo la band in sede live, e in quel caso credo proprio ci sarà da portarsi i tappi per le orecchie!