“Asa Nisi Masa” è il secondo full-length degli Manoluc. Questa band propone un death metal che predilige le soluzioni più ragionate e cerca di fare della ricerca sonora un qualcosa di funzionale alla riuscita dei brani, piuttosto che un mero esercizio di stile. Quello che voglio dire è che la band sin dalle prime canzoni dimostra sicuramente un bagaglio tecnico importante, ma questo è messo al servizio di canzoni nel vero senso di questo termine. Canzoni che appaiono quasi chiuse in se stesse, che raramente esplodono nè in furia cieca o altre emozioni simili. Piuttosto, si ha la sensazione che il tutto sia stato calcolato fin nei minimi dettagli in questo “Asa Nisi Masa”, compreso il concept lirico su cui è basato, e il cantato in lingua italiana.
La voglia di evadere dai soliti territori del metal estremo appare evidente, anche se a mio avviso non sempre la band centra il bersaglio. Basti ad esempio vedere che le due canzoni poste in apertura, “Rapace”e “Solstizio”, sono sicuramente suonate bene e dimostrano fantasia compositiva, ma si somigliano un po’ troppo. E’ dalla terza canzone, “Heliopolis 2029” che la band ingrana a dovere, riuscendo a offrire qualche spunto in più all’ascoltatore. L’unica cosa che non decolla del tutto è il riffing di Alessandro Attori, che appare sempre simile per tutta la durata dell’album. Lungi da me criticare la sua preparazione tecnica e la sua inventiva, infatti abbiamo da parte sua anche degli assoli davvero belli che fanno capolino in tutti i brani o quasi, ma il suo stile appare forse un po’ monotono. La formula adottata dai Manoluc in generale, però, è convincente. La band non si accontenta di rimanere ancorata a vecchi stilemi, ma propone qualcosa di nuovo, e soprattutto qualcosa di proprio.
In generale, quindi, un bell’album, che però avrebbe potuto osare di più, dato che le doti non mi pare che manchino ai nostri. Interessante, in questo caso, il piglio quasi thrash di “Cemento Armato” e i suoi stacchi pesanti arricchiti da una sezione ritmica molto valida. Ecco, ci sarebbero voluti più pezzi così, che spezzassero un po’ il tutto. In ogni caso la band è in evidente crescita, e sono sicuro che al terzo album ne vedremo tutti i frutti. Sono molto fiducioso sul loro futuro.
Tracklist:
- Rapace
- Solstizio
- Heliopolis 2029
- Cemento armato
- La pittima
- Il bosco senza sentieri
- Il letto di procuste
- Madre dell’ oscurità
- Deriva