Oltre alle piccole allucinazioni e alle descrizioni di stati emotivi, troviamo alcune figure della mitologia greca a incarnare il senso del sacro, del misticismo inteso non come rifugio rassicurante in una notte di tempesta, ma come ricerca dell’ignoto, del non detto, del magico. “Bestie e dei” nasce in tempi di crisi pandemiche e personali, ma non cerca resa, prova invece a descrivere la forza ancestrale dell’uomo verso il sentiero non solo della sopravvivenza, ma del benessere mentale.” Oops
Questo in sostanza quello che si può trovare dietro “Bestie e Dei””, il nuovo progetto nato da un’idea ben precisa degli Oops, Un album in cui la band racconta una naturale propensione alla libertà espressiva, senza cercare la comprensione dell’ascoltatore a tutti i costi, ma non si crogiolano neanche nell’estremo ermetismo. Semplici testi di un ragazzo invecchiato tra le pagine di antichi poeti, che ha sviluppato negli anni un suo stile definito.
“Bestie e Dei” è davvero tanto scorrevole nell’ascolto grazie pure a tante variazioni che lo rendono interessante e mai noioso. I percorsi essenziali dei generi alternative rock sono rispettati con qualche divagazione che arricchisce il tutto. L’ascoltatore si cala in un paesaggio fatto di suoni ridondanti, di colori spesso chiari, ma con qualche tonalità più scura, generando di fatto un sound vario che non può passare inosservato, perché ti prende per mano e non ti lascia più andare via.
Fare un elenco di quali tracce siano meglio, è fare palesemente un torto a quelle che non verrebbero menzionate, perché tutte e otto le tracce, hanno qualcosa di unico e raro che solo i veri intenditori di questo genere spesso considerato banale e scontato, possono avvertire e scoprire. Se avete voglia di musica nuova, “Bestie e Dei”, potrà soddisfare in pieno la vostra voglia.