Nell’oscurità si aggirano creature reiette, che covano sentimenti di tristezza e di vendetta: i NIAMH hanno deciso di dedicare a loro il quarto e nuovo album: ecco PEOPLE OF THE UNDERWORLD.
PEOPLE OF THE UNDERWORLD non è semplicemente un album, ma un viaggio nel sé più profondo. Più che goth, con un retrogusto di rabbia e vendetta. Un modo per affrontare insieme la tristezza e l’euforia.
“Siamo i diversi, i reietti, quelli che quando passi, la gente si parla nell’orecchio guardandoti di nascosto. In PEOPLE OF THE UNDERWORLD urliamo solitudine, rabbia, rivalsa”.
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Nonostante la loro giovane età (come band, eh!), i NIAMH hanno già raggiunto alcuni obiettivi importanti per quanto riguarda i concerti dal vivo, sia in Italia che all’estero attraverso l’Europa e soprattutto nei grandi festival. E continuano ancora a battere la strada (no, nessun doppio senso), quindi tieni d’occhio i loro canali social media perché non puoi sapere se suoneranno proprio alla porta accanto. Sinceramente hanno già avuto qualche soddisfazione: hanno aperto per i Soulfly, Enter Shikari, Lacuna Coil, Placebo, Arch Enemy, Dark Tranquillity, Chemical Brothers e molti altri.
Dopo un anno di duro lavoro, trovano un’etichetta e pubblicano CORAX, il loro album di debutto. Non elencano tutte le loro influenze, è meglio e più divertente ascoltarlo. Per te sarebbe stato troppo facile, altrimenti! Perché chiamarlo CORAX? Bene, che domanda. Perché tutti i titoli più belli erano…no, dai, scherzando. CORAX: oscuro, poetico, noir. Un po’ di Poe ogni volta. E molto NIAMH.
Il secondo album è stato pubblicato a novembre 2019, chiamato SUPERSONIC. Lo hanno promosso con tanti live, suonando per la prima volta in Russia! Sopravvissuti alla vodka, sono tornati e hanno dovuto rimanere bloccati per il COVID e annullare il resto del tour. Tempi duri. SUPERSONIC è in qualche modo più diretto, più elettronico, più introspettivo. Come piace dire a loro, tra Depeche Mode e Cannibal Corpse.
In un momento di lockdown e frustrazione, hanno composto il nuovo album AUTUM NOIR. Un tocco di goth, un qualche decadentismo qua e là, growls e ritornelli orecchiabili. Ed eccoli qui con il quarto album: PEOPLE OF THE UNDERWORLD