Artista avant-garde, performer e songwriter francese, Sarasara annuncia il suo ritorno con ‘Elixir’, il terzo album in arrivo l’1 marzo. Pur creando e sperimentando costantemente – nel 2022 ha scritto un ep tributo a Serge Gainsbourg – ‘Elixir‘ segna il ritorno sulla lunga distanza, a qualche anno da ‘Orgone‘, il disco pubblicato nel 2019. Un manifesto sonoro per gli arrabbiati e gli emarginati, il nuovo lavoro è feroce, onesto e combattivo.
‘Elixir‘ è il prodotto di una varietà di influenze ed esperienze e, come dice Sarasara, “contiene ingredienti diversi, un po’ di magia oscura ed alchimia, un po’ di anarchisom, un paio di gocce di essenza dei film horror indie degli anni ’70, molto femminismo, un po’ di punk e rock, alcune vibrazioni da suffragette, un po’ di pelle nera, molta rabbia e rivolta, un po’ di attivismo, e, come sempre, tanto tempo per l’autoanalisi e la riflessione”.
Anche questa volta, Sarasara ha scritto tutto da sola, prima di reclutare il collaboratore di lunga data Liam Howe in alcuni ulteriori strumenti. La scrittura è stata influenzata dalle diverse compagnia che l’artista ha frequentato a Bristol e Ibiza. A Bristol ha trascorso del tempo con i membri di Crass e di The Mob, un’altra band anarco-punk degli anni ’70 e ’80. Il frontman, Mark Wilson, ha fondato la Rockaway Park Commune, dove Sarasara ha iniziato a registrare alcuni demo di ‘Elixir’, tra avvicenti dibattiti filosofici che hanno ispirato molti degli elementi più estroversi e politici del disco, così come l’artwork, che prende spunto dal lavoro della leggenda anarco-pacifista Gee Vaucher.
“Visivamente è stato alimentato da un fortissimo sentimento di disgusto e disperazione dopo gli eventi accaduti in tutto il mondo contro le donne negli ultimi due anni. C’è anche qualche riflessione sulla mia esperienza di donna nell’industria musicale negli ultimi otto anni. Ho avuto molte epifanie lavorando a questo disco, realizzando la quantità di micro-violenza perpetuata quotidianamente contro di noi e vista come la norma”.
Il potente mix di idee culturali nell’album si fonde con sintetizzatori industrial ed atmosfere gotiche, per dare forma al suo inebriante e cinematografico pop sofisticato. Composizioni avvincenti e cariche di groove ricordano artisti del calibro di David Bowie e Jehnny Beth, ma Sarasara ha trovato maggiore influenza negli scrittori politici quali Bell Hooks (illustre professore di razza e classe), Pierre-Joseph Proudhon (un socialista francese e la prima persona a dichiararsi anarchico) ed Edith Thomas (scrittrice francese e pioniera bisessuale).
“Non sono sicura di poter spiegare cosa mi ha ispirato musicalmente” continua Sarasara. “So solo che ero stanca di sentirmi definire un’artista elettronica, perché non è quello che sono. Mi piace sperimentando, ma non voglio essere messa in una scatola che mi definisca. Mi piace giocare con cose analogiche”.
”Elixir’ è stato scritto come rimedio ai sintomi della modernità e del tardo capitalismo. Sarasara ha creato un complemento al declino della civiltà come lo vede lei: “tutto quello che è successo con l’intelligenza artificiale e i social media, sopratutto negli ultimi anni, mi fa stare male. Gli esseri umani non sono più in grado di pensare e in questo momento mi sento disgustata dalla tecnologia. Sento nelle ossa l’iper realtà di Baudrillard e voglio starne lontano. Per questo album volevo tornare alle origini”.
Il debutto di Sarasara arriva con il disco ‘Amor Fati’ nel 2016. Acclamata da The Fader, The Guardian e dai principali media musicali per la sua attitudine alla sperimentazione ed al trip-hop, il secondo album, ‘Orgone’(2019) l’ha vista esplorare ulteriormente la sua predisposizione all’avanguardia ed alla RnB di sinistra. Enigmatica artista, Sarasara ha trovato pace attraverso la meditazione, la fede e l’apprendimento di come vivere nel presente.
Nel nuovo album, c’è un lato attivamente arrabbiato di Sarasara. Piuttosto che un passivo turbamento politico, la sua frustrazione nei confronti del “grande sistema di sorveglianza fascista tecnologico” è cruda ed appassionata. I brani di ‘Elixir‘ possono essere meditabondi, persino mistici, ma dietro di loro c’è un’attivista che lotta per farsi sentire, nonostante il rumore. “Tutto questo mi rende davvero triste, arrabbiata ed impotente. Mi sento aggredita nella mia carne, nel mio cuore. Mi sento quotidianamente minacciata. C’è troppa pressione. Elixir è il mio album anarco-femminista”.