Yattafunk, la band più ricercata d’Italia

Yattafunk, la band più ricercata d’Italia

Gli Yattafunk nascono nel 2014 come side-project di tutti i suoi membri ma in breve tempo, grazie anche agli energici live che iniziano a consolidare il nome della band, decidono di dare alle stampe l’album di debutto “Yattafunk Sucks” nel 2016 sotto etichetta Ghost Record Label, affidando a Crashsound e Code 7 la distribuzione. L’album riceve molti consensi positivi da parte della stampa ma l’intensa attività live crea una frattura all’interno della band: batterista e bassista abbandonano il progetto e i fratelli Funk Norris (voce/chitarra) e Arnold Funkenegger (chitarra solista) si mettono immediatamente alla ricerca della nuova sezione ritmica. Ma è nel 2018 che si perdono le tracce della band, l’etichetta è costretta ad utilizzare Photoshop e pubblicare foto in sala prove per coprire la verità: Norris e Funkenegger vengono arrestati e condotti nel penitenziario di Funkatraz dove incontrano i futuri membri della band, Funkardo DiCaprio (basso) e Funkester Stallone (batteria). I quattro organizzano l’evasione nel 2019, i giornali e televisioni di tutto il mondo iniziano a parlare di questa spettacolare fuga riuscita grazie ai cucchiaini di plastica utilizzati per lo yogurt che, messi ogni giorno da parte, gli permettono di scavare un tunnel fino a Roma. Ora sono in fuga, braccati da CIA, FBI, guardie forestali e ausiliari del traffico e dopo ogni concerto sono costretti a salire velocemente in auto per non essere arrestati di nuovo.

Abbiamo scambiato due chiacchiere con Funk Norris Voce e Chitarra ritmica della band:

SWZ: Ciao ragazzi, come nasce il progetto Yattafunk?
Funk Norris:
Ciao a voi e a tutti i lettori. Il progetto nasce nel 2014 come side-project per ogni membro della band di allora. Poi le prime reazioni del pubblico durante i primi concerti e le numerose idee che avevamo, l’hanno trasformato nel progetto principale. Io personalmente ho abbandonato qualsiasi altra cosa per dedicarmi ormai solo agli Yattafunk dal 2016, anno del nostro debutto discografico con la Ghost Label Record. E ancora oggi considero questa la band dove riesco a dare ed esprimermi al meglio. E’ stato tutto molto naturale, questo lo rende ancora più bello come percorso.

SWZ: Quali sono le vostri fonti di ispirazione?
Funk Norris:
Chiaramente tutte le band che negli anni ’90 hanno fatto esplodere il funk metal in America, penso agli Infectious Grooves, Mordred, Ignorance, Living Colour ma anche Faith No More, Primus, Suicidal Tendencies e i grandissimi Grand Funk Railroad. Poi ognuno di noi ha comunque il suo background musicale che è tra l’altro molto differente. Questo permette ancora di più di riuscire ad avere idee influenzate sicuramente da tutto il mondo dell’heavy, non da un solo genere.

SWZ: Hanno un filo conduttore i brani che avete pubblicato?
Funk Norris:
Il filo conduttore è la follia, se mi lasciate passare il termine. I testi sono al limite e ovviamente sono esasperati per non rispecchiare la realtà in nessun caso. Dei testi me ne sono sempre occupato io e non ho mai voluto addentrarmi in territori particolari o parlare di cose che, come tanti, non si conoscono nel dettaglio. L’idea che lo status di musicista e autore deve automaticamente darti il potere di scrivere testi spiegando non si sa cosa a chi e soprattutto non si sa con quali basi non l’ho mai presa in considerazione. Chiaramente ognuno fa quello che vuole, io non rischio e comunque non mi piace proprio l’idea. Chi è preparato invece può tranquillamente darsi da fare in questo senso ma, lasciatemelo dire, c’è bisogno di un bagaglio culturale talmente vasto e dettagliato che non credo tutti siano in possesso, senza polemica ovviamente.

SWZ: Come nasce un vostro brano di solito?
Funk Norris:
Ad eccezione dei testi, si scrivono tutti insieme, solitamente in sala prove. A volte capita che qualcuno di noi porti un riff o un ritornello e chieda agli altri poi di costruire intorno il resto del brano. Ha sempre funzionato e continua ancora a funzionare. Sono sempre stato convinto che se ad esempio avessi scritto solo io i brani, alla fine si sarebbe sentito, alcune idee che portano gli altri ragazzi a me non verrebbero mai in mente e così a loro. Siamo una vera e propria squadra.

SWZ: Il sound del vostro è naturale senza aggiunte di effetti! Perché questa scelta?
Funk Norris:
Perché io pretendo che dal vivo l’ascoltatore abbia lo stesso identico impatto del disco, per questo detesto e non utilizzo minimamente melodyne o auto-tune per la voce ad esempio, dove arrivo, quello sono io, le urla e le parti più alte che ascolti nel disco poi le senti anche dal vivo, senza problemi.

SWZ: Avete mai pensato ad una voce femminile in aggiunta alla line up?
Funk Norris:
Sinceramente no, non credo possa andare bene per noi. Ma un featuring, quello sicuramente si, sarebbe interessante.

SWZ: Quali sono i vostri piani più immediati?
Funk Norris:
Sono stati tutti rivisti e sono “under construction” ancora oggi a causa del problema mondiale che tutti stiamo affrontando. Stavamo preparando tutto, uscita del disco, mini tour iniziale, video e così via ma è saltato tutto e adesso stiamo cercando di capire cosa accadrà nell’immediato futuro, se e quando si riprenderà a suonare dal vivo soprattutto, che per una band è fondamentale, per noi poi che abbiamo un’energia particolare e una gimmick da portare anche sul palco lo è ancora di più.

SWZ: Concludete lʼintervista con un messaggio!
Funk Norris:
Ragazzi, grazie alla redazione per averci dedicato questo spazio e a tutti quelli che hanno avuto un momento per leggere questa intervista. Ci tengo a lasciarvi con un solo messaggio, supportate gli artisti in questo momento di difficoltà anche solo ascoltando i loro lavori in digitale, acquistando il loro album magari e soprattutto, appena tutto ripartirà, sosteniamo tutti i locali che con grandissimi sacrifici sono riusciti a rimanere in piedi e speriamo che chi invece ha dovuto chiudere definitivamente le serrande trovi il modo di ricominciare ancora una volta.

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