”Aqua” , fuori per The Prisoner records, è il 4° album della carriera di Adriano Modica.
Come suggerisce il titolo, l’elemento che lega tra loro le otto canzoni è appunto l’acqua, l’elemento primordiale.
Scritto, arrangiato, prodotto e registrato da Adriano Modica nel suo Laboratorio Polifunzionale Mobile, “Aqua” è un album fortemente ispirato alla scuola dei cantautori italiani quali Tenco, Battisti, Dalla e Battiato e contaminato da suggestioni che spaziano dal tropicalismo brasiliano degli anni ‘60 alla musica elettronica contemporanea, passando attraverso la psichedelia di Beatles e Pink Floyd; la forma predominante è quella sintetica e diretta della canzone pop, in cui tematiche complesse vengono affrontate in modo semplice quasi come se a guidare l’ascoltatore attraverso questo viaggio fosse lo sguardo di un bambino affascinato più dalle domande che dalle risposte.
Impreziosito dagli arrangiamenti di archi di Enrico Gabrielli che compare anche in un cameo nel videoclip di “Ego a Chiocciola”, “Aqua” è stato missato e masterizzato da Emiliano Patrik Legato.
SWZ: Ciao Adriano, benvenuto e complimenti per il tuo disco nuovo. Quali sono state le fonti di ispirazione che hai ,diciamo, mescolato, per arrivare al risultato finale?
Adriano: Ciao, intanto grazie per i complimenti e per l’ospitalità.
Vengo principalmente da due scuole, quella dei cantautori classici come Dalla, Battiato, Tenco, Battisti e quella della psichedelia inglese degli anni 60, primi fra tutti Pink Floyd e Beatles, che ha partorito generazioni di gruppi incredibili che ho amato come i Radiohead, i Sigur Ros, i Flaming Lips, per dirne alcuni. Un altro mondo che mi ha influenzato molto negli ultimi 10/15 anni è quello del tropicalismo brasiliano. Infine la musica elettronica che ho imparato ad apprezzare relativamente tardi.
Ecco, credo che “AQUA” sia il risultato di una specie di esperimento di laboratorio di fusione tra mondi apparentemente anche molto lontani ma che in fondo condividono una certa sensibilità.
SWZ: Otre questo parlaci anche della copertina. Come mai il tuo ritratto con il cappello da giullare con la luna come sfondo?
Adriano: Sono sempre stato stregato dal volto che si intravede sulla superficie della luna; anche se per la verità ci ho visto sempre Mina ho voluto giocare con questa cosa, così ci ho messo il mio quasi come fosse uno specchio. La luna la vediamo bene di notte, quando tutto le distrazioni, tutti i rumori del giorno si placano ed in un certo senso può essere uno specchio che ci permette di vedere meglio i nostri pensieri, il nostro mondo interiore, noi stessi.
Sono sicuro che per molti sia così. Quanto meno mi piace pensarlo.
SWZ: Leggendo il comunicato stampa capiamo che le canzoni hanno tutte come filo conduttore l’acqua, intesa come elemento primordiale. Ci vuoi dire di più ? I brani dell’album hanno quindi un filo conduttore? Possiamo parlare di “concept”
Adriano: Direi proprio di si, possiamo parlare di concept.
Ho sempre amato i concept album, quei dischi in cui ci entri come fosse il mondo del Mago di Oz o di Alice nel paese delle meraviglie.
Direi che in generale mi piace quando le cose hanno un senso sia singolarmente che in un contesto più ampio. I miei album precedenti, infatti, sono una trilogia, la “Trilogia dei Materiali”; ogni album è legato ad un elemento al quale è associata una fase della nostra vita: “Annanna” è l’album di stoffa, riferito all’infanzia; “Il Fantasma ha Paura”, l’album di pietra, riferito all’adolescenza; “La Sedia”, l’album di legno, riferito all’età adulta.
In “AQUA” il punto di partenza è stato dunque l’acqua come elemento primordiale ma poi ho esteso romanticamente il concetto dell’acqua a diversi aspetti della natura umana, sia quella fisica che quella interiore.
“AQUA” non vuole di certo essere un trattato scientifico, lo considero piuttosto una raccolta di suggestioni suscitate dal vedere come tante dinamiche biologiche e spirituali si somiglino, di come mondi interiore ed esteriore siano connessi e governati da leggi comuni.
SWZ: Dai tuoi primi dischi ad oggi, come si è evoluto il tuo sound?
Adriano: Sono un grande appassionato del mondo analogico e dei suoni vintage e fin dall’inizio ho sempre seguito questo filo stilistico, questo sound. Nel tempo però, in particolare in “AQUA” ho sentito l’esigenza di arricchire i brani di colori più moderni, in un certo senso me lo hanno richiesto i brani stessi; arriva un momento in cui per dire cose diverse hai necessariamente bisogno di strumenti diversi, di linguaggi diversi.
La sfida del nuovo album è stata proprio questa, cercare un equilibrio tra dimensioni moderne più elettroniche, come in “La Memoria dell’Acqua”, “Ego a Chiocciola”, o “La Scimmia Ride”, atmosfere di sapore più tropicale come “Sopravento” e “Uomo di Carta” e dimensioni più classiche come in “Cuore di Pietra” in cui ci sono gli archi incredibili scritti da Enrico Gabrielli.
SWZ: Quali sono i tuoi più immediati piani per la presentazione di Aqua?
Adriano: Stiamo lavorando ad un tour promozionale per portare in giro l’album e con l’occasione sto rivisitando il vecchio repertorio; non ho ancora date certe ma intanto a breve uscirà un live in studio che ho realizzato con la nuova band.
Oltre questo ho delle collaborazioni con altri artisti che partiranno a breve, la produzione artistica dell’album di un cantautore e la realizzazione di un videoclip per un altro cantautore, entrambi anche amici.
SWZ: Concludi lʼintervista con un messaggio a chi vuole intraprendere il mestiere di musicista in Italia oggi.
Adriano: C’è un problema tutto italiano alla base della faccenda, cioè quello di non riconoscere il musicista come un mestiere, quindi quello che mi viene da dire a chi vuole intraprendere questa carriera è di rendersi coscienti di questa cosa, di farsi forza e soprattutto di essere i primi a riconoscersi il mestiere della musica.