Alessio Santacroce nasce a Livorno il 2 Agosto del 1971. Nel 1994 fonda la rock band “La quarta via” con la quale, in 20 anni di attività, realizza quattro album e altrettanti videoclip, ritagliandosi un piccolo spazio nel panorama underground italiano. Nel 2006 scrive la canzone “Il sangue dell’Africa” che ispira la nascita di un progetto umanitario finalizzato alla raccolta di fondi da devolvere alla O.N.G. Anthropos impegnata nella realizzazione di scuole in Sud Sudan. Nel 2007 esce il suo primo romanzo noir “L’impronta dell’Iride”, seguito da “I Giudici” e da “Le pietre di padre cenere”, un noir edito dal Foglio Letterario che rappresenta il grande passo verso una maturità artistica globale. Da maggio 2012 a dicembre 2014 cura la rubrica Demo&Dischi sul quotidiano Il Tirreno e fonda i Livorno Music Awards in collaborazione con Dario Serpan. Nel 2015 scrive e presenta il format televisivo Bending, prodotto da Percorsi Musicali e andato in onda sul canale 190 del digitale terrestre (Mondo Channel-Livornotv).
SWZ: Ciao Alessio, parlaci della copertina?
Alessio: Grazie, ci tengo molto. È un mio dipinto liberamente ispirato all’arte fotografica di Marco Cappelli, il nostro collaboratore e grande amico che ci ha lasciato troppo presto un anno fa. Grazie alla vendita di questo quadro siamo riusciti a stampare “Il vento che pulisce l’aria” anche in vinile e ne siamo molto felici. In un momento in cui l’AI crea di tutto, realizzare una copertina così artigianale credo abbia ancora più valore. Il dico ovviamente è dedicato a Marco.
SWZ: Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Alessio: La vita che ci gira attorno, gli eventi terribili di questi ultimi anni e le ingiustizie che si vivono nel nostro paese. Di solito scrivo sempre nel mio luogo del cuore, il parco naturale dell’Orecchiella dove riesco a pensare e ad ascoltare il silenzio. Mi hanno costruito una bellissima panchina rivolta all’orizzonte e sulla quale passo ore con la chitarra in mano. Se vi va di visitarla si trova nei pressi del rifugio Miramonti e ci sono incise alcune strofe della canzone Migras.
SWZ: Hanno un filo conduttore i brani che hai pubblicato?
Alessio: Diciamo che, come ho anticipato nella risposta precedente, tutti i brani racchiudono questi ultimi 5 anni dove abbiamo dovuto affrontare eventi terribili, dal covid all’ l’esplosione di guerre assurde. Ogni canzone è una storia che mi appartiene, una parte della mia vita.
SWZ: In questo album si affrontano tematiche impegnative!
Alessio: Confermo, nel disco parlo di omofobia, violenza sulle donne, indifferenza verso le generazioni future, perdite di affetti, e lo faccio utilizzando il rock per gridare quello che penso.
SWZ: Ha subito un’evoluzione il tuo sound, ad oggi?
Alessio: Credo di si anche se sono convinto che le radici metal si sentano ancora chiaramente, soprattutto nell’utilizzo degli arpeggi e delle distorsioni.
SWZ: Concludi intervista con u messaggio!
Alessio: Sostenete la musica originale, andate ai concerti, leggete libri e giornali, documentatevi. Questo paese rischia di diventare un gregge senza un pensiero critico. La musica è cultura, non lo dimenticate mai. Grazie per il sostegno.