Dalla mente compositiva unita alla buona dote tecnica di Demiurgo prende forma un gradevole e coinvolgente elettro minimal, che senza mezze misure ti entra in testa come un treno in corsa. Durante l’ascolto si possono apprezzare, suoni corposi e intensi. L’andamento del disco risulta vario e originale, con aperture che riescono a generare uno spiraglio di luce in questa atmosfera quasi cupa.
La principale ispirazione viene dai classici della musica elettronica come Jarre e Vangelis, dal rock progressivo elettronico come Mike Oldfield o Ratatat, dalla musiche dei videogiochi vintage e dalle colonne sonore dei film horror anni 80 come i Goblin o Carpenter. Ci sono anche forti richiami a stili elettronici più contemporanei come The Glitch Mob, Amon Tobin, Röyksopp, Paul Hartnoll, Trentemøller.
Una base comune, elettronica ma con chiare influenze IDM/glitch con schemi dubstep e suoni synth retrowave, che testimoniano la molteplicità nel proporre soluzioni varie che questo bravo musicista ha accomunato con l’esperienza, e che sono percepibili dentro questo lavoro. Tutti i brani sono contornati da dettagli e innesti particolari che si rivelano una manna dal cielo per non cadere in un percorso, scontato e banale.
L’uscita di “Holographic Ghost Stories”, sancisce di fatto una maturazione musicale che Demiurgo è riuscito a sviluppare durante il suo percorso musicale, ottimo tassello nel panorama underground rigorosamente Made In Italy.
Tracklist:
I. Holographic Ghost Stories
II. Overwritten Identities
III. Symbiotic
IV. Lifecycles
V. Here Ends the Year of Empty Cities
VI. Temple of the Algorithm
VII. Recompile Human Feelings
VIII. Epiphany (feat. Frankie&RikiAbi)
IX. After-Lifecycles
X. A Replicant’s Dream
XI. You Still Appear
XII. Ghost Hacking Chronicles