SWZ: Ciao ragazzi e complimenti per il vostro album d’esordio. Partiamo dal contenitore: parlateci un pò della copertina. Ha un significato particolare che sotto intende un particolare messaggio visivo?
Doubel Syd: Ciao e innanzitutto grazie per i complimenti. La copertina è legata a dei ricordi molto piacevoli della nostra infanzia e adolescenza, quando uno dei più grandi divertimenti era creare robot e veicoli – spaziali e non – con i Lego. In primo piano ci sono altri personaggi dei nostri giochi quali uno gnomo e un fanciullo vestito da cowboy, che conferiscono all’immagine una sorta di piacevole straniamento; il modo in cui sono disposti e la scritta Double Syd in rosso con caratteri grandi rappresentano una sorta di omaggio in versione giocosa a capolavori della psichedelia come “Sgt. Pepper’s lonely hearts club band” dei Beatles” e ”The hangman’s Beautiful daughter” degli Incredibile stringe band.
SWZ: Quali sono state le vostre fonti di ispirazione principali per la realizzazione dell’album?
Doubel Syd: Per realizzare i brani di “My lonely sun” ci siamo ispirati tanto alla psichedelia (principalmente quella inglese degli anni’60), quanto al brit-pop e al rock alternativo degli anni’90.
Per quel che concerne la psichedelia, tra le nostre fonti d’ispirazione principali rientrano i primi Pink Floyd, in particolare quelli di “The Piper at the Gates of dawn”, “A saucerful of secrets” e della raccolta “The early singles”; i Beatles, soprattutto da Revolver in poi con Lennon come autore/compositore preferito; i Doors; i Rolling Stones psichedelici; gruppi della British psichedelia come i Kaleidoscope, i Mirage, i Tintern Abbey, i Pretty things, ma anche artisti contemporanei come gli Aliens, i Tame Impala e Balduin.
Per quel che riguarda il brit-pop e il rock alternativo anni’90, grandi fonti d’ispirazione per noi sono stati i Blur, la Beta band, gli Auteurs, gli Oasis, i Super furry animals, i Radiohead, Beck.
SWZ: Hanno un filo conduttore i brani che avete pubblicato fino ad oggi?
Doubel Syd: Tutti in nostri pezzi sono orientati in un modo o nell’altro alle tematiche tipiche della psichedelia inglese degli anni’60, ossia da un lato alla realtà vista con lo sguardo fanciullo e alla nostalgia per un periodo della vita in cui tutto destava meraviglia; dall’altro ad una forma d’introspezione cosmica, spaziale, con il pensiero divergente e l’ozio creativo elevati a guida.
Altri elementi comuni sono una certa ironia incline al non-sense, al paradosso, e una propensione ad un romanticismo giocoso, stravagante.
SWZ: Come sono nate e come nascono le vostre canzoni? Chi scrive? Chi compone? Chi suona cosa dove e quando?
Doubel Syd: Tutti e due scriviamo canzoni, arrangiamo, cantiamo e suoniamo (chitarra e tastiere entrambi, basso e batteria Enrico), ma prevalentemente possiamo così dividerci:
Autore e compositore: Adelmo
Arrangiatore e strumentista: Enrico.
SWZ: C’è stata un’evoluzione del vostro sound dal giorno in cui siete partiti a scrivere al giorno in cui avete chiuso l’album?
Doubel Syd: I primi pezzi li abbiamo iniziati a registrare molti anni fa per divertimento, continuando in maniera talvolta saltuaria fino ad oggi; gli 11 brani pubblicati in “My lonely sun” infatti sono solo una parte delle canzoni che abbiamo inciso in questi anni (gran parte delle restanti sono tuttavia da rifinire).
L’elemento psichedelico è sempre stato presente, ma i primi pezzi erano più ispirati al Brit-pop, poi per un certo periodo abbiamo registrato brani con un sound più elettronico, mentre ultimamente abbiamo inciso sia canzoni in italiano di stampo più cantautorale che pensiamo di pubblicare in futuro sia altre in inglese dal sound tipicamente psichedelico; i primi brani registrati presenti nell’album risalgono a metà degli anni ‘2000 e sono “On my paper” e “The best fantasy”, mentre i più recenti risalgono ad un paio di anni fa e sono “She is rising” e “Beatle”.
SWZ: Concludete l’intervista con un messaggio agli esordienti come voi!
Doubel Syd: La musica per noi è divertimento, quindi: buon divertimento!