Un commovente quadro di memoria familiare. Potrebbe essere sostanzialmente descritto così Lettera a Maria, primo singolo di Ernesto Bassignano estratto dal suo decimo album Soldati arlecchini e pierrot, in uscita a febbraio per Ondamusic.it in collaborazione con Isola Tobia Label e già in prevendita su www.isolatobialabel.com/chiosco fino al 15 febbraio per un numero limitato di 40 copie, ciascuna delle quali associata a un ritratto personalizzato realizzato dallo stesso cantautore. L’iniziativa sarà contrassegnata dall’hashtag #mimandabax.
La canzone racconta di una lettera immaginaria, sintesi di tante lettere reali che il pittore Aldo Carpi, zio di Bassignano e padre del pianista e compositore Fiorenzo Carpi, fece pervenire a sua moglie dal campo di concentramento di Gusen, in cui era rinchiuso e dal quale si salvò proprio grazie alle sue doti artistiche.
Ad accompagnarla, un videoclip (qui il link: https://youtu.be/9sUitUz6bNo) costruito su piani stretti dell’artista che interpreta il brano intervallati da brevi momenti nei quali vengono presentati i quadri del pittore Carpi, in un montaggio sobrio ed elegante.
Il brano esce significativamente a ridosso della Giornata della Memoria, e vuole essere insieme ricordo e volontà di superare il dolore e le sofferenze subite e di andare avanti, recuperando i veri affetti.
Proprio dal suo testo nasce peraltro il titolo del progetto discografico del quale è parte integrante e fondamentale. Gli Arlecchini e i Pierrot erano infatti i soggetti più frequentemente dipinti da Aldo Carpi, quasi in contrapposizione ai soldati di quella guerra che lui voleva tenere lontana dai suoi sentimenti più belli.
Ernesto Bassignano spiega Lettera a Maria con una dedica:
“Zio Aldo che scrivevi da Gusen le preziose lettere al tuo unico grande amore Maria: questa è per te che dall’inferno sei tornato grazie alla tua arte, apprezzata persino dai boia nazisti che ti permisero di restar vivo e ricominciare a dipingere”.
VIDEOCLIP
Nel videoclip del singolo Lettera a Maria il cantautore Ernesto Bassignano si è fatto menestrello di sé stesso sotto la direzione di Carlo Mercadante, che ha curato anche il montaggio, mentre le riprese sono di Luca Cionini. Il brano diventa infatti racconto nelle movenze e nelle espressioni dell’artista, che con pathos ed emozione interpreta le parole di una storia vera trasformata in musica. A rendere più efficace la narrazione intervengono quasi in dissolvenza i quadri e gli scritti del pittore Aldo Carpi, vero protagonista del testo insieme alla sua amata Maria. Ernesto dipinge così con la chitarra in mano la sua canzone, intimo ricordo familiare vestito di note.
Dal palco dello storico Folkstudio di Roma, la carriera di Ernesto Bassignano – per gli amici Bax – è stata tutta sotto il segno dell’impegno e della militanza politica, oltre che della musica e dell’arte in genere. Le vicende degli anni dei suoi esordi sono peraltro raccontate nel libro Canzoni Pennelli Bandiere e Supplì, pubblicato nel 1996.
Bassignano è stato molto attivo non solo nella veste di cantautore – ha realizzato dieci album, dei quali uno in uscita – ma anche di giornalista per la carta stampata (Paese Sera) e radiofonico (Ho perso il trend, con Ezio Luzzi). A tali attività affianca da sempre quelle di disegnatore e illustratore, avendo frequentato i corsi di scenografia all’Accademia di Belle Arti.