I Menervah sono una band italiana che sembra essere trainata tanto dall’alternative/grunge che dal metal odierno più duro e per certi versi oscuro.
Il progetto Menervah nasce a Cosenza nel 2020 a seguito di un annuncio pubblicato da Tony Prince (ex membro dei ViolHate, gruppo thrash/death metal, e Isaz Corp, gruppo gothic rock), chitarrista e maggior compositore del gruppo e dal suo incontro con il batterista Umberto Russo, ex membro dei Madness Lane. Dopo un periodo di assestamento e cambi di Line-up, entrano nel gruppo Antonio Orrico, alla voce, ex musicista dei Monkeys of tomorrow, Synchronoise e Incroci; Luca Valentino alle tastiere, musicista dei Cambio (gruppo svizzero di rock progressivo), Luca Bruno alla chitarra ritmica (ex chitarrista di Skeggie di follia e Mattia Bazzarelli al basso.
La band parte con “Animals” che si presenta molto bene, col suo picchiare sui tamburi iniziale e poi trasformarsi in un episodio originale dove le tastiere svolgono un buon ruolo nel sorreggere le già ottime chitarre. La voce è anche un elemento che si fa apprezzare, sia per le costruzioni di metriche azzeccate e sa per un timbro sofferto e graffiante (Antonio Orrico).
L’unico episodio non convincente del disco è “Never Forget You”, che pur non essendo insufficiente palesa un po’ di stanca compositiva cercando di emulare la vecchia concezione di brano che alterna parti riflessive e malinconiche ad altre dove vi è una esplosione dei toni, formual tipica delle hit grunge degli anni Novanta (ma non solo…). Non malvagia, ma sorvolabile.
Fortunatamente tutte le altre canzoni sono di più che buon livello, ma le chitarre sono le vere protagoniste in questo ep, che dimostrano buona tecnica, ma soprattutto fantasia nel sottolineare con molteplici arrangiamenti dal sapore triste i momenti più toccanti dell’album, ed un esempio su tutti potrebbe essere la bellissima “Destiny”.