Secondo album per i romani The Great Divide, che dimostrano una grande maturità compositiva e un’ottima resa audio in questo nuovo “Higher”. Sicuramente il lavoro in questione per certi potrà sembrare costruito a tavolino per acchiappare il più possibile, in quanto si muove tra hard rock moderno e alcuni rimandi all’alternative rock di qualche decennio fa. In tutto questo ci sono anche delle semi ballad, non trascendentali ma che potrebbero far guadagnare qualche passaggio in più in radio alla band (“Hell Scar”,”Stay”).
Detto questo, ed evitando considerazioni che esulano dall’ambito puramente musicale, “Higher” colpisce nel segno a più riprese, con pezzi come “Speed”, “No Doubt” e “Broadway”, dove la band appare in palla e ben consapevole dei propri mezzi. Ma tutto sommato è la tracklist nel suo insieme a convincere, perchè sapientemente costruita e interpretata da musicisti davvero in gamba, a partire dal cantante Mauro Pala che si rivela espressivo e a suo agio in svariate tonalità, e poi tutto il resto della ciurma.
A parte la voce sono i riff di chitarra a colpire, e un brano quasi grunge come “Piece Of Me” riporta in mente alcune cose che il tanto bistrattato rock alternativo ci ha tramandato. Fate vostro questo album, sia se amate il buon vecchio hard rock che il nuovo, ma tenete a mente che qui non vi trovate di fronte ad una fiera di revival hard rock da bigiotteria (tipo Maneskin?), ma al contrario, vi trovate al cospetto di un album con gli attributi in titanio!