
Con il loro secondo album in carriera i toscani Twilight Zone cercano di riportare in auge un certo modo di intendere il metal, tra richiami a band come Running Wild, Omen, Manowar e Iron Maiden, quindi con ben pochi compromessi e con una formula che non ha nulla di innovativo. La band però ci sa fare, eccome. Sui vocalizzi molto spesso acuti di Van Shieldon si ergono le chitarre rocciose di Lord Kain, e un drumming bello possente a cura di Francesco Bovecchi.
Tra assalti quasi power e altre canzoni più atmosferiche, la band pian piano conquista i cuori dei fans del vecchio metallo con maestria e con un sano rispetto per tutto ciò che la tradizione metal si porta appresso, da copertine in stile epic a canzoni che sebbene varino spesso in termini di veemenza, non abbandonano mai i padri del genere. Una produzione che enfatizza anche anche l’operato di questi quattro ragazzi, in quanto tutto suona davvero bene, pulito e potente.
Tra le canzoni migliori vale la pena menzionare “The Laws of Denial”, che forse è quella con più “cazzimma”, ma anche le valide e per certi versi più variegate “Freedom on My Skin”, “In the Eye of the Biggest Storm”, “Soul Reaper” e “Warmonger”. Il resto dei brani spesso lascia leggermente sorpresi, perchè abbiamo a che fare con una band che quando c’è da rallentare lo fa senza problemi, offrendo ballad o semi ballad molto buone, ma che comunque non esulano mai dalle atmosfere del caro vecchio heavy metal.
Un disco epico e classico, che sin dalla copertina manifesta la sua integrità e che quindi è indirizzato solo a coloro che vogliono ascoltare heavy metal e hard rock d’annata, ma con una produzione al passo coi tempi.